Il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani sotto i 20 anni. E in Italia circa quattromila giovani ricorrono a questo gesto estremo. Tra i principali fattori scatenati c’è il cyberbullismo.

Una nuova e purtroppo costante emergenza sociale sulla quale oggi, nell’ambito del Festival della salute, gli esperti hanno posto all’attenzione di più di seicento studenti, gli insegnati e i genitori cono una giornata di studi al Palafiori di Sanremo.
Il convegno – organizzato da Asl1 Imperiese e Lions Club Matutia – ha il titolo “Cyberbullismo: disordini mentali in adolescenza e valutazione degli aspetti legali”. Con la partecipazione della pedagogista clinica Roberta Rota, ha spiegato come individuare le manifestazioni comportamentali del fenomeno, come inquadrarne il problema dando anche indicazioni specifiche sia per una collocazione giuridica che per una collocazione educativa.
Alla giornata hanno preso parte diversi esperti e professionisti: Mauro Ozenda, consulente informatico  che da dieci anni opera nel mondo della scuola attraverso percorsi legati all’uso sicuro, sano, legale e consapevole di internet e dei social network; il professor Stefano Vicari, responsabile dell’Unità operativa di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma ha raccontato ai ragazzi le loro fragilità, spiegando agli adulti i disordini mentali che colpiscono gli adolescenti di oggi e ha poi approfondito alcuni temi delicati come l’epidemiologia di suicidi che colpisce le nuove generazioni. Focus sulla legge 71/2017, sulle nuove disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo, con l’avvocato dell’Ordine di Savona Raffaella Femia; e sulla «complicata vita sociale» delle generazioni iper-connesse con Ilaria Caprioglio, sindaco di Savona e autrice del libro “Cyberbullismo, la complicata vita sociale dei nostri figli iperconnessi”. L’avvocato del Foro di Imperia Mabel Riolfo ha parlato invece dell’ascolto sul minore. Non sono mancati interventi di Laura Amoretti, consigliera regionale dell’Ufficio delle Parità, della polizia postale di Imperia e anche del questore Cesare Capocasa che alla domanda “Cosa possono fare le forze dell’ordine per contrastare il fenomeno del cyberbullismo” ha rimarcato:
«Le forze dell’ordine sono una componente importante di un sistema che deve vedere protagonisti la famiglia, la scuola, la magistratura, piuttosto che i media. Una risposta di sistema soprattutto sotto il profilo preventivo e informativo. La nostra attività su muove proprio in questa direzione, informare per prevenire. Il fenomeno deve essere affrontato non solo con la repressione, ma deve essere preso diversamente, soprattutto a livello preventivo. E la legge italiana ed europea a contrasto del fenomeno guarda proprio questo, come del resto la giornata di oggi, promossa dall’Asl1 Imperiese con i Lions Club Matutia, che ha avuto come scopo quello di formare le nuove generazioni, dando loro consapevolezza di quelle che possono essere le opportunità e i rischi del web».
Al convegno ha preso anche il vice presidente e assessore alla Sanità di Regione Liguria parte Sonia Viale: «La giornata è stata un bel momento di incontro fra istituzioni, mondo della scuola, genitori e soprattutto giovani. Parlare di cyberbullismo è parlare di tanti temi trasversali che riguardano tanto il mondo della scuola quanto, purtroppo, quello della sanità. Perché il cyberbullismo può sfociare in comportamenti che poi si trasformano in un problema sanitairio, in un disagio psichico e quindi dobbiamo essere tutti in grado, tutti protagonisti nell’intercettare il bisogno. Cosa può fare la sanità: la sanità deve trovare dei luoghi dove possono essere preso per mano le famiglie e i ragazzi quando questi problemi si manifestano. In base al piano sociosanitario questo luogo è il consultorio, qui è possibile trovare personale specializzato che sa comprendere, sa capire, ascoltare, dare risposte».

Fonte: riviera24.it