Altre dure accuse vengono avanzate nei confronti del colosso Facebook. Questa volta lo schiaffo arriva da parte di diversi parlamentari britannici, in particolar modo da alcuni membri della commissione digitale e media della House of Commons del Regno Unito, in missione in USA.

Jo Stevens del Labour si è così espresso nei riguardi di Mark Zuckerberg: “C’è uno squilibrio di potere tra la piattaforma e gli utenti perché c’è il controllo delle informazioni che le persone vedono senza avere la libertà di scelta dei contenuti da fruire. Mi ricorda una relazione violenta in cui si verifica il controllo coercitivo”; mentre la conservatrice Rebecca Pow ha aggiunto: “Avete tanti dati sulle persone, siete ora molto, molto potenti, ma completamente non regolamentati”. “È tempo di regole che stabiliscano i ruoli e le responsabilità perché tutto questo sta influenzando la nostra società, non da ultimo i nostri figli”, ha concluso.
Il responsabile della policy di YouTube, Juniper Downs, ha poi dichiarato che è la ‘priorità principale’ dell’azienda bandire i contenuti problematici, ma il presidente della commissione, Damian Collins, ha ribadito: “Abbiamo sentito molto spesso l’espressione ‘priorità assoluta’. Se giudichiamo la società basandoci su ciò che fa piuttosto che su ciò che dice, la priorità assoluta è massimizzare le entrate pubblicitarie della piattaforma”. 

Monika Bickert, la responsabile della policy ha sottolineato come Facebook “stia ancora indagando sui potenziali effetti sul risultato della Brexit da parte di troll russi autori di fake news”, aggiungendo che il social network non ha modo di sapere se sono state pagate inserzioni per fake news da parte di account stranieri.

L’affermazione, ha destato numerose reazioni, scatenato la risposta infuriata da parte di Damian Collins, il presidente della Commissione, il quale attraverso un’immagine metaforica ha illustrato la grave responsabilità, che Facebook ha avuto durante la campagna referendaria in Uk: “Se Facebook fosse una banca e qualcuno riciclasse denaro attraverso quella banca, la risposta … non sarebbe stata ‘Beh, non ha niente a che fare con noi. Siamo solo una semplice piattaforma. Quella banca sarebbe stata chiusa e la direzione avrebbe dovuto affrontare un procedimento giudiziario”. “E il comportamento messo in atto da Facebook è lo stesso”.

Fonte: Key4biz