Facebook, il social network più cliccato del nuovo millennio, entra nel mirino del fisco. E Dave Wehner, Chief Financial Officer di Facebook, annuncia una nuova struttura di vendita: i ricavi pubblicitari non verranno contabilizzati dalla sede di Dublino ma dai singoli uffici nei Paesi in cui i guadagni stessi vengono realizzati.

“Crediamo che cambiare verso una struttura di vendite locali fornirà maggiore trasparenza ai governi e ai policy makers che nel mondo hanno chiesto una maggiore visibilità sui ricavi legati alle vendite locali”.
Il colosso di Mark Zuckerberg risponde così alle pressioni europee e adotta un nuovo modello organizzativo, passando a una struttura di vendita locale nei Paesi in cui è presente un ufficio che fornisce supporto alle vendite nei confronti degli inserzionisti locali. I ricavi pubblicitari realizzati col supporto dei team locali allora non saranno più contabilizzati dalla sede internazionale a Dublino ma direttamente dalla società presente in quel paese. I ricavi contabilizzati in Italia, per esempio, saranno soggetti alla fiscalità italiana. Il provvedimento coinvolgerà anche Germania, Francia, Belgio, Olanda, Polonia, Svezia e Norvegia.
Per Sergio Boccadutri, deputato e responsabile Innovazione del PD, “la scelta di Facebook rappresenta il giusto approccio alla controversa materia del rapporto tra la regolazione dei mercati e la dimensione globale dei giganti del web. È quindi corretto affrontare la questione sotto il profilo della stabile organizzazione, diversamente ogni proposta di ‘digital tax’ che discrimina tra off-line e on-line, ha l’unico effetto di penalizzare imprese e utenti”.
Il quartier generale di Menlo Park in California, comunque, rimarrà la sede Usa e gli uffici di Dublino resteranno quelli internazionali. 
Contabilizzare nei singoli paesi i ricavi pubblicitari realizzati mediante il supporto di team locali è una manovra che Facebook intende mettere in pratica nel 2018, con l’obiettivo di completare la transizione entro la prima metà del 2019.